mercoledì 18 dicembre 2013

mercoledì 30 gennaio 2013

L'arte del respiro


Vuota!

Sotto i tuoi piedi si è aperto un abisso che fa paura.

Ti senti spinta, precipitata, inghiottita,

ti annienti nell'oceano!

Il vuoto,l'abisso, tu li conosci bene

per averli incontrato spesso nel canto.

Hai imparato a restare vuota,

imperturbabile,

alla fine dell'espirazione.

E' così che adesso,lungi dal cedere al panico,

indifferente, resti vuota.

Aspetti.

Se tu non avessi già incontrato, affrontato,

gustato assaporato il vuoto, avresti ceduto

alla tentazione, perduto la testa:

avresti preso aria immediatamente, con foga,

per rigettarla subito rumorosamente, brutalmente.

Avresti gettato un urlo.

Urlare consola.In un certo senso,

si tratta di una espirazione.

[….]Ma tu per fortuna, lungi dal perdere la testa,

dal cadere nella trappola,

non ti sei fatta turbare dal vuoto.

Ci sei rimasta, distaccata,

aspettando intenta

la fine della contrazione

il momento in cui il tuo ventre si distende.

Allora soltanto allora hai allentato le briglie

hai lasciato via libera alla respirazione.

Nel momento in cui senti il tuo ventre

rilassarsi di nuovo, riempirsi,

lo segui inspirando.

O, piuttosto, e non perchè ciò si compia da solo,

non appena ti lasci andare

senti quest'aria entrare in te,

riempirti,sommergerti,inondarti di divino.

[..]E sai che, in verità,

non hai fatto niente?

Tutto è accaduto.

Da sé, per te, attraverso te.

Da solo.

Una volta, che male ti facevi

cercando di fare andare insieme

il movimento del tuo ventre,

le tue mani, il tuo respiro.

E poi,

ad un tratto,

è accaduto.

Un ritmo sovrano guidava la danza.

Non dovevi fare altro che seguirlo,

abbandonandoti ,consenziente, ebbra di gioia.

L'arte del respiro – F.Leboyer